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I sindacati chiedono a Poletti una soluzione per Italia Lavoro

La società strumentale del Mef è nel caos: incerto il destino di centinaia di suoi dipendenti assunti a progetto. I sindacati scrivono al ministro per trovare una soluzione. Da chiarire anche il ruolo che la società avrà nell'ambito dell'Agenzia per l'occupazione del Jobs act.

MILANO - Il caso di Italia Lavorochiama in causa i sindacati, che a loro volta chiedono risposte al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. I lavoratori di Italia Lavoro sono in stato di agitazione da diversi giorni. Hanno più volte scioperato, come ieri, accompagnando la protesta ad un presidio in piazza Montecitorio; così come nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali hanno incontrato i vertici del Ministero del Lavoro. Si tratta della vertenza che investe una società pubblica, posseduta interamente dal Ministero dell'Economia, ed ente strumentale del dicastero di via Veneto. Il suo compito è operare per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale. Ma non c'è certezza sul futuro dei lavoratori di Italia Lavoro (1.300 professionisti impiegati, 400 dipendenti a tempo indeterminato e 900 operatori con contratti a tempo determinato o di collaborazione), sospesi tra contratti in scadenza al 31 marzo, l'impossibilità di accedere a percorsi di stabilizzazione, la mancanza di un'indicazione circa il ruolo che Italia Lavoro avrà o meno nella Agenzia nazionale per l'occupazione prevista dal Jobs Act. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Serena Sorrentino, Luigi Sbarra e Gugliemo Loy, hanno quindi scritto al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per ribadire il bisogno di "un confronto volto a ricercare le soluzioni per dare continuità lavorativa" ai lavoratori di Italia Lavoro. Nella lettera i tre dirigenti sindacali affermano, dopo l'incontro dello scorso 11 marzo e protocollo sugli impegni del 13 marzo: "A noi sembra importante che ci sia stato prefigurato un impegno volto ad accelerare la progettazione dei nuovi programmi entro il 25 di marzo per avviare poi immediatamente le procedure per le contrattualizzazioni. Gli impegni sulle risorse che saranno destinate ad Italia Lavoro consentiranno di sostenere una occupazione complessiva di 1.230 unità ad oggi inferiore alle risorse complessivamente impegnate. Questo rappresenta un primo problema che se anche dovesse riguardare una parte minoritaria non per questo non merita la dovuta segnalazione ed attenzione". Inoltre, Cgil Cisl e Uil segnalano altre criticità che "riguarderanno i tempi in quanto le nuove contrattualizzazioni non coincideranno con la scadenza del 31 marzo e le procedure di selezione che allo stato non consentono di dare certezze di continuità a tutte le persone impegnate da anni, nei territori, con competenze e capacità da tutti riconosciute". Quanto ai processi di stabilizzazione, i tre segretari confederali scrivono: "A questo quadro si aggiunge un elemento di fondo e per noi importante che vogliamo porre alla sua attenzione: come si desume dalla lettera del 13 marzo inviataci dal ministero, le tipologie contrattuali da prendere in considerazione per lo stesso sono quelle dei cat e del lavoro autonomo e quindi non le sfuggirà la contraddizione di un governo e di un ministero che parlano al paese di stabilizzazioni e contratti a tempo indeterminato e alla prima occasione di una azienda pubblica che deve fornire assistenza e servizi per le politiche del lavoro si ritorna alle tipologie più precarie che lo stesso governo dichiara di volere ridimensionare". Ultimo punto, il rapporto tra Italia Lavoro e la prossima Agenzia nazionale per l'occupazione. "A tutto questo - scrivono Sorrentino, Sbarra e Loy - per completare il quadro si aggiunga che è in via di definizione la nuova Agenzia nazionale per l'occupazione che a nostro avviso avrà bisogno delle competenze esistenti di tutto il perimetro occupazionale di Italia Lavoro composto da tempi indeterminati, a termine e a collaborazione a progetto come anche dei dipendenti pubblici e di altri enti pubblici. Ad oggi non vi è certezza sui meccanismi attraverso i quali i lavoratori di Italia Lavoro confluiranno presso la costituenda Agenzia Nazionale, considerato che l'ammontare dei finanziamenti a valere sulla Programmazione 2014/2020 destinati ad Italia Lavoro garantiranno l'operatività di quest'ultima fino al 31/12/2016".

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